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Scusa, Zelima. D una principessa,
che in un divan con pubblico rossore,
dopo un corso di gloria, e di trofei,
da un ignoto sia vinta, mal conosci
la necessaria doglia, e la vergogna.
Io con questi occhi vidi l esultanza
di cento maschi, e un beffeggiar maligno
sugli enigmi proposti, quasi fossero
sciocchi enigmi volgari, e n ebbi sdegno,
perch io l amo da ver. Che mi dirai
della sua circostanza? Ella è ridotta
contro l istinto suo, contro sua voglia,
sforzatamente a divenir consorte.
turandot (impetuosa)
Non m accender di più.
zelima Ma qual sventura
è divenir consorte?
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - Turandot
adelma Eh taci, taci.
Obbligo non hai tu d intender, come
un magnanimo cor de risentirsi.
Non sono adulatrice. E ti par poco,
ch ella impegnata siasi con franchezza
d indovinar que nomi; e d apparire
dimani nel divano in faccia al volgo?
Che rimarrà, se in pubblico apparita
scioccamente risponde, o là confessa,
che fu stolto il suo assunto! Ah che mi sembra
mille scherzi di beffe, e aperte risa
del popolo sentir, quasi ella fosse
un infelice comica, che caggia
in error sulla scena.
turandot (furiosa) Sappi, Adelma,
se i nomi non iscopro, in mezzo al tempio,
già risoluta sono, in questo seno
m immergerò un pugnal.
adelma No, principessa.
Per scienza, od inganno si de sciorre
quell enigma proposto.
zelima Ben; se tanto
Adelma l ama, e più di me capisce,
più di me la soccorra.
turandot Cara Adelma,
soccorrimi. Del padre il nome, e  l suo
come deggio saper, se nol conosco,
né so, d onde sia giunto?
adelma Ei nel divano
so che disse aver gente qui in Pechino,
che lo conosce. Si de por sozzopra
la città tutta, ed oro, e gemme spendere.
Tutto si de poter.
turandot D oro, e di gemme
disponi a voglia tua. Pur ch io lo sappia,
non si curi un tesoro.
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - Turandot
zelima E dove spenderlo?
Di chi cercar? Con qual cautela, e come,
quand anche si sapesse, un tradimento
tener occulto, e far che non si sappia,
che per inganno, e non per sua virtude
ell ha carpiti i nomi?
adelma Sarà forse
Zelima traditrice a discoprirlo?
zelima (con ira)
Ah troppo offesa son. Mia principessa,
risparmiate il tesoro. Io mi credea
di placar l alma vostra, e persuadervi.
Sperava a dar la destra ad un ben degno
tenero amante, che a pietà mi mosse.
Trionfi in me parzialità, ch io deggio
a chi deggio ubbidir. Fu qui Schirina
la madre mia. Fu a visitarmi allegra
per gli enigmi disciolti, e non sapendo
del novello cimento di dimani
mi palesò, che  l prence forestiere
alloggiò nel suo albergo, indi che Assan,
mio patrigno, il conosce, e che l adora.
Chiesi del nome suo, ma protestommi,
ch Assan non glielo disse, e ch anzi nega
di volerglielo dire. Ella promise
di far quanto potrà. Dell amor mio
la mia regina or dubiti, se  l merto. (entra dispettosa)
turandot
Vien, Zelima, al mio sen, perché ten vai?...
adelma
Turandotte, Zelima v ha scoperta
qualche util traccia, ma è imbecil di mente.
Stoltezza è lo sperar, che volontario,
non usando l ingegno, il suo patrigno
palesi i nomi or che saprà  l cimento.
Non si perda più tempo. In più celata
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - Turandot
parte un consiglio mio vo , ch eseguiate,
se credete al mio amor.
turandot Sì, amica, andiamo.
Pur che  l stranier non vinca, io farò tutto. (entra)
adelma
Amor, tu mi soccorri, e tu seconda
i miei desideri, onde di schiavitude
possa uscir lieta. M apra la superbia
di questa mia nimica e strada, e campo. (entra)
scena terza
Sala della reggia.
Calaf, e Barach.
calaf
Ma se  l mio nome, e quello di mio padre
noti in Pechino solamente sono
alla tua fedeltà. Se  l regno nostro
da questa regione è sì lontano,
ed è perduto ben ott anni or sono.
Occulti siam vissuti, e fama è scorsa,
che la morte ci colse. Eh che si perde
di chi cade in miseria la memoria
facilmente, Barach.
barach No, fu imprudenza;
scusatemi, signor. Gli sventurati
anche degl impossibili temere
devono sempre. Le muraglie, i tronchi,
le inanimate cose acquistan voce
contro gli sfortunati, e tutto han contro.
Io non mi so dar pace. Avete in sorte
vinta una donna sì famosa, e bella,
vinto un sì vasto regno al grave rischio
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - Turandot
di quella vita, e poi tutto ad un tratto,
per fralezza di cor, tutto è perduto.
calaf
Non misurar Barach coll interesse
il mio tenero amor. Di Turandot,
sola mia vita, non vedesti, amico
l ira, il furor, né la disperazione
contro a me nel divan.
barach Doveva un figlio,
più che al furor di Turandot, già vinta,
pensar alla miseria, in cui lasciati
ha i genitor meschini un giorno a Berlas.
calaf
Non mi rimproverar. Volli appagarla.
Tento ammollir quel cor. L azion, ch io feci,
forse non le dispiacque. Una scintilla
forse di gratitudine ora sente.
barach
Chi! Turandotte! Ah, mal vi lusingate.
calaf
Perderla già non posso. Dì, Barach,
tu non mi palesasti, è ver? Avresti
alla tua sposa detto, chi io mi sia?
barach
No, signor, non gliel dissi. A cenni vostri
sa Barach obbedir. Pur non so quale
presentimento mi spaventa, e tremo.
scena quarta [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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