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avendolo visitato, sentirono parte delle predette cose,
tanta era la resistenza d Antonio incontro alle demonia
Letteratura italiana Einaudi 45
Domenico Cavalca - Le vite di S.S. Padri
che pareva quasi una battaglia visibile e sensibile; lo
quale confortava li frati che erano venuti a visitarlo, e
orando e gridando a Dio, vincea lo nimico e facealo di-
sparire. Molto è certo da maravigliare un uomo istare
solitario e non temere nè tante bestie, nè fiere, nè sì dura
e continua battaglia come gli facevano le demonia, anzi
a tutti signoreggiare e di tutti rimanere vincitore. Ma co-
me dice David: chi si confida in Dio, istà immobile e for-
te ad ogni impeto di tentazione; onde Antonio, perfetta-
mente confidandosi e gittandosi tutto in Dio, vincea le
bestie e le demonia. Onde avvenne, che vegghiando An-
tonio una notte in orazione, tanta moltitudine di fiere e
bestie crudeli per opera del diavolo gli entrarono nel
suo monastero, che parve che tutte le bestie di quello er-
mo fossero qui congregate; le quali con urli e voci orri-
bili aprendo la bocca, e venendo in verso Antonio dava-
no vista di divorarlo; e incontanente Antonio armandosi
col segno della croce, e intendendo che questa era opera
del diavolo, rivolsesi inverso loro e disse: se da Dio v è
data licenzia incontro a me, divoratemi; ma se per opera
di demonio siete qui venute, comandovi che vi partiate
da me, perocchè sono servo di Cristo: al comandamento
del quale tutte quelle bestie, come se fossero battute,
fuggirono. Ora aveva in uso Antonio di sempre lavorare
alcuna cosa, e sì per fuggire ozio, e sì per avere che dare
a quelli che gli recavano del pane e dell altre cose. E do-
po alquanti giorni, dopo la predetta apparizione delle
bestie, lavorando Antonio e tessendo una sportella, sentì
tirare la ntrecciatura, della quale facea la sportella; onde
levandosi per vedere chi fosse, vide una bestia mostruo-
sa, secondochè il diavolo aveva formata, la quale parea
dal mezzo in su uomo, e d indi in giù asino. La qual cosa
vedendo Antonio, armandosi col segno della croce dis-
se: Servo di Cristo sono: se se mandato da lui a me, non
fuggo, fa di me ciò che t è permesso. Alla quale parola
quello cotale prodigio, incontanente fuggendo, cadde
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quasi morto, in segno che lo demonio era sconfitto; lo
quale per nullo suo ingegno potè traggere Antonio del
diserto.
CAPITOLO XII
Come tornando coi monaci al primo abitacolo, venendo tut-
ti quanti meno di sete nel diserto, gittandosi in orazione, impe-
trò da Dio una fonte, e poi come ritornò al monte.
Dopo le predette cose maravigliose, restano a dire al-
quante altre più mirabili. Dopo gran tempo che Anto-
nio era stato al predetto monte, e avute molte vittorie
delle demonia, lasciandosi vincere umilmente e per
grande caritade ai preghi de monaci, partivasi quindi e
tornava insieme con loro al luogo di prima per visitare
li suoi fratelli e discepoli, portando seco sopra un cam-
mello acqua e pane, perocchè da quivi all altro luogo
era sì deserto e sterile che non v era acqua da bere. E
come furono giunti a mezza via, venuta meno l acqua, e
gli uomini e l cammello affogavano di sete, e cercando
d intorno se niente d acqua trovassero, e non trovando-
vene, Antonio, vedendo che ogni remedio e consiglio
umano veniva loro meno, avendo compassione a quelli
suoi fratelli e discepoli, partissi un poco da loro, e con
grande fiducia si pose in orazione ginocchione, pregan-
do e levando le mani giunte e gli occhi verso il cielo. Ed
ecco incontanente come le lagrime incominciarono ad
uscire degli occhi d Antonio, così in quel luogo dove
egli orava incominciò a rampollare e uscire acqua otti-
ma, e fecevisi una bella fonte; della quale acqua tutti
bevendo, poichè ebbero pieni gli otri, cercavano per lo
cammello per caricarlo, lo quale in prima aveano lascia-
to andare, credendosi tutti quivi morire di sete; e tro-
vandolo come piacque a Dio, perocchè la fune che ave-
va in collo s era avviluppata ad una pietra, sicchè non
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s era potuto molto dilungare, preserlo e caricaronlo
d acqua e d altre loro cose, e continuando la via giunse-
ro al monisterio, al quale andavano: la cui venuta sen-
tendo li frati, tutti gli vennero incontro, e con grande
reverenzia salutandolo e abbracciandolo lo ricevettero.
Lo studio e l fervore de quali vedendo Antonio, molto
rallegrandosi gli confortò, e quasi recando loro delle
gioie del monte onde venia, fece loro bellissimo sermo-
ne; e poi visitando la sua sorella, la quale nella sua pue-
rizia avea raccomandata alle donne d uno monastero
quando egli entrò al diserto, e trovandola già vecchia e
come santissima madre e maestra di tutte, molto ralle-
grandosi, e ringraziando Iddio, poichè ebbono insieme
consolatosi e parlato di Dio, partissi quindi; e dopo al-
quanto tempo confortando gli frati, tornò alla diletta
solitudine del predetto monte, avvegnachè non potesse
tenere la solitudine, come egli desiderata, perocchè
grande moltitudine d infermi e di sani, costretti per di-
verse necessitadi a lui correvano; li quali egli tutti con-
solando e sanando, confortava di credere e d amare Id-
dio. E ragunandogli insieme con gli monaci che lui
visitavano, diceva loro: Credete in Gesù fedelmente e
conservate la mente pura dalle male cogitazioni ed il
corpo da ogni immondizia; fuggite e odiate la golosità e
la vanagloria; orate e lodate Iddio spesso, massimamen-
te la mattina e la sera; ripensate e recatevi a memoria li
comandamenti della Scrittura e gli esempli dei Santi,
per li quali provocati a bene possiate fuggire li vizi e se-
guire le virtudi. Massimamente vi prego che, secondo la
sentenzia dell Apostolo, la vostra ira non duri in sino a
sera, avvegnachè simigliantemente ogni altro vizio dob-
biate sì vincere ed estirpare, che di dì e di notte sempre
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